1 Dicembre 2011
Se ripenso a quella mattina, tra ”sogno e realtà” si fanno spazio nella mente immagini di piedini che salgono gli scalini degli autobus e di zainetti che prendono posto sui sedili, cinture di sicurezza allacciate e cartelli autostradali in avvicinamento in direzione di Venticano.
É lo stesso viaggio per 285 bambini, accompagnati da famiglie e insegnanti, in rappresentanza dei 42000 studenti che hanno partecipato al decimo concorso “Rachelina e i giovani”; è la stessa meta per i relatori, gli ospiti e gli amici presenti all’apertura delle Giornate della Solidarietà. Si parte da Roma, da Grottaminarda, da Mercato San Severino, dalla provincia di Napoli, da Salerno, da Rotondi, da Apice, da altre città che non riesco ad afferrare.
Mi piace ripensare a quella mattina speciale, che ha previsto il ritaglio di un po’ di tempo per stare insieme agli altri, conoscerli per la prima volta oppure rincontrarli dopo tanto tempo, in un appuntamento che si ripete da dieci anni: l’incontro previsto presso l’hotel Europa, in uno spirito di familiarità, che riusciva ad avvertire forte anche chi arrivava per la prima volta.
C’erano disegni affissi sui muri della sala che rivelavano i sogni di tanti bambini, altri li abbiamo conosciuti ascoltando la lettura di alcuni temi: la tenerezza e le risate si sono perse, ed è da tener presente che Cristian di Rotondi sogna di diventare dottore agrario perché ama la natura e già coltiva piselli e pomodori nella piccola serra regalatagli da suo zio, mentre Davide di Mercato San Severino, che ha stoffa da vendere, desidera diventare scrittore “per fare entrare tutti nel suo mondo immaginario, dove può essere chiunque e andare dappertutto perché il sogno dà la forza di cambiare il mondo”.
In platea erano nascosti altri sogni, quelli delle suore venute dalle Filippine e quelli di ragazzi profughi dall’Africa, accolti dalla comunità di Venticano e rappresentati da Joseph Ayna, presidente dell’Associazione “Amici del Camerun”. Uno di loro, un giovane di origine pakistana, architetto, in fuga dal suo paese prima, e poi anche dalla Libia, sogna di realizzarsi professionalmente in Italia … Che il nostro possa ancora essere un paese che permetta di coltivare sogni!
Non vorrei correre il rischio di rovinare l’atmosfera, non vorrei scegliere parole che appesantissero la semplicità di questo importante incontro, dove si sono tenuti in equilibrio tanti temi: dall’interculturalità, alla libertà, dall’accoglienza all’integrazione, dall’attenzione che gli adulti devono ai bambini alla necessità di continuare a sognare anche per loro, e senza fare retorica, lontani dai clamori mediatici, dai discorsi perbenisti, nella semplicità di essere bambini e uomini dello stesso mondo. A mio avviso il modo migliore per diffondere la conoscenza dell’altro, soprattutto fra i più piccoli.
Senza voler dimenticare nessuno, dal simpatico clown Bonsai che ha ribadito l’importanza del sorriso per stare bene, ad Amalia Lauria, presidente del Comitato Unicef di Avellino, non posso non ricordare, in particolare, il contributo del presidente dell’agenzia spaziale Enrico Saggese che ha avvicinato il mondo dei sogni alla realtà, con una lectio sullo spazio a misura di bambino, affascinante per tutti e, infine, condividere la bella sensazione provata per essere stata lì. Grazie.