Alcuni anni fa, alla vigilia della Settimana Santa, mentre ero su di un’isola nell’Oceano Pacifico, dimenticata dagli uomini ma non dal Signore, fui accolto con grande gioia da un giovane sacerdote del posto, che mi fece accomodare nella sua piccola chiesa. Tanti bambini accanto a lui curiosi di conoscere l’ospite arrivato chissà da dove. Inglese, latino, tagallo, italiano, una babele di lingue in un cuor solo. “Dorma qui, mangiamo insieme, prendiamo un caffè”. Tanta generosa ospitalità, bella, semplice, vera. Accomodatomi nella sua piccola sagrestia, il mio sguardo fu catturato dalla presenza centrale di tre palloni di basket e nessuna Croce. E lui, il sacerdote, leggendo nei miei pensieri disse: “con tutte le croci che ogni giorno incontro guardando la mia gente, il Signore mi ha dato l’opportunità ogni domenica pomeriggio di fare canestro insieme a Lui”.
Santa Pasqua
Tommaso maria Ferri
*Quel giovane sacerdote, mi è stato raccontato, è diventato vescovo e continua con il cuore a leggere nei pensieri della gente. Quando lasciò la piccola isola, tutti i pescatori insieme alle famiglie, anche dalle isole vicine, vollero in processione accompagnarlo al porto per la nuova destinazione. Con lui ho in sospeso una partita di pallacanestro.