L’editoriale “Pane nostro”
di Mariano Ragusa
Rachelina “Nel silenzio di Dio, missionaria di fede e carità”
di Sr Francesca Caggiano
Riflessioni sul “Pane quotidiano”
di don Dante Carraro
Saluti del direttore “Carissimi”
di Raffaella Ferri Dal fronte delle missioni
Madagascar, “Se la coperta è corta”
di Felaniaina Andriananja
Uganda, “La guerra è benzina sul fuoco della povertà”
di Padre Natalino Vura
Sierra Leone, “Ho un banco sulla testa”
di Adama Kamara
Mali – Italia, “Ero schiavo”
di Acey Bakary
Eritrea, “Da Asmara con amore” di Sr Elisa Kidané. Università e Opportunità Ambasciatori di Pace
di Vincenzo Maria Ferri
“Seminare il buono del futuro”
La vita non va sempre nella direzione che avevamo immaginato o desiderato. In questi casi, è indispensabile evitare di sprecare tempo in pianti e lamenti, al contrario bisogna utilizzarlo per cercare di superare rapidamente il problema e andare avanti. Spesso le nostre organizzazioni vivono tra la nostalgia di un passato glorioso e la preoccupazione di non essere all’altezza del futuro. Il presente costituisce l’unica dimensione temporale in cui, come persone e organizzazioni, possiamo raccogliere il buono del passato e seminare il buono del futuro. Gli eventi, per come si sono sviluppati nel post – pandemia, nella messa a fuoco delle misure di ristoro prima, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono stati abbondantemente stravolti da una globalizzata crisi che ha il suo punto nevralgico nella guerra in corso dall’occupazione sovietica in Ucraina e che fa migliaia di innocenti vittime in Africa. Un mercato alimentare e di materie prime fermo a tanti chilometri di distanza ha riportato indietro nel tempo milioni di persone al ricordo di carestie e fame. Un quotidiano lamento, un accorato appello per far sì che qualcosa arrivi ci viene drammaticamente manifestato dai nostri amici e collaboratori impegnati nelle missioni, laddove mentre ci preoccupavamo di fare prevenzione sanitaria e scolastica si è aggiunta quella alimentare. “Che cosa possiamo fare ?” ci siamo chiesti. La riposta univoca è stata quella di continuare a fare, cercando di non farci imbrigliare in un quadro critico e non rinunciare a dare voce e speranza. Per questo c’è bisogno dell’aiuto di tutti se vogliamo sentirci vivi e consapevoli delle responsabilità che abbiamo voluto assumerci. Sono “le difficoltà”, diceva Clive Staples Lewis “che spesso preparano persone normali a un destino straordinario”, quel destino che vogliamo condividere con chi non può aspettare, non può urlare: “Ho fame”.
Tommaso Maria Ferri, presidente della Fondazione Ambrosini.
Sud Sudan,
La fame: una sfida da affrontare
La fame nascosta è tra le minacce più grandi dell’umanità. Colpisce oltre 850 milioni di persone in tutto il mondo. Ciononostante, quante volte i giornali pubblicano articoli al riguardo, o quanti servizi televisivi vengono prodotti sull’argomento?
Gli affamati rimangono pressoché invisibili, e quanti non riescono a sfamarsi soffrono in silenzio. Solo quando si verificano enormi disastri naturali, come terremoti, alluvioni o cicloni, vediamo la triste realtà di vivere rischiando ogni giorno la fame.
La Fondazione Rachelina Ambrosini rappresenta, per i poveri e gli affamati un’ancora di salvezza che aiuta a costruire un futuro migliore.
In Italia nel 2022 abbiamo assistito 240 famiglie. Distribuiti lo scorso anno nelle missioni 730.000 pasti.
#aiutacianchetuavincerelafame
50 anni sono tanti, ma se pensiamo a tutto ciò che è stato fatto e a quante persone ci ha dato la possibilità di conoscere e di avere, nel tempo, al nostro fianco, sembrano ancora di più. Il mio ricordo risale a quando ero a scuola, ancora piccola, a parlare della figura di Rachelina davanti a tutta la classe facendomi rossa rossa in viso. Ricordo le prime raccolte di giocattoli, le prime “opere” di volontariato, che tutt’oggi continuiamo con tanto amore ed umiltà. Il 14 Maggio di quest’anno lo porteremo nel cuore per tutta la vita, perché ci resteranno impresse le parole precise ma puntuali di Suor Francesca Caggiano, postulatrice della causa di beatificazione in corso, i sorrisi e gli sguardi raggianti di tanti veri amici e parenti, le note dolci del Coro di Venticano, l’omelia incisiva dell’Arcivescovo Felice Accrocca, la presenza e la partecipazione alla celebrazione eucaristica di Don Ivan Bosco e la gioia di Don Mario Salerno, il viaggio di Camilla da Roma, in rappresentanza della meravigliosa realtà dei Medici con l’Africa del Cuamm, i ringraziamenti e l’emozione del mio papà. Papà, il parente più prossimo della Venerabile Rachelina, che tempo fa, ignaro di tutto quello che sarebbe accaduto, abbracciò con tutti noi questa Fondazione, portandola avanti con impegno e sacrificio nell’esempio di questa ragazza che ha seminato pace e bene ogni giorno della sua vita. È stato felice il mio papà che, girandosi verso mia mamma, le ha sussurrato “La Chiesa è piena Liliana”. Ebbene, accompagnati anche da un tempo clemente, abbiamo festeggiato nel giorno della Festa della Mamma, due genitori come tanti, Alberto e Filomena, che dopo aver generato questa figlia santa ed averla persa in giovane età, ne hanno voluto mantenere vivo il ricordo e sono sicura che con la preghiera e l’animo buono di tanta gente, molto presto, volerà ancora più in alto. Grazie Rachelina, Grazie Fondazione Ambrosini, Grazie di cuore a tutti voi. Ed un ringraziamento speciale alla Caritas Diocesana.
Raffaella Ferri
Una gioia? No, due inaspettate.
- "Il Presidente della Repubblica Onorevole Sergio Mattarella si congratula per l'intensa attività della Fondazione Rachelina Ambrosini ed esprime apprezzamento al Presidente Ferri e ai consiglieri per l'opera di volontariato e prevenzione che diffonde nel mondo attraverso azioni di solidarietà e pace, sull'esempio di Rachelina Ambrosini"...
- In occasione delle Giornate della Solidarietà e della Mondialità, 22° Concorso Scolastico dal titolo W la Scuola, Papa Francesco è lieto di inviare ai partecipanti il suo affettuoso e beneaugurante saluto...
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